Esiste parecchia confusione tra i nomi delle periferiche per controllare i giochi. Si possono definire controller, joypad, joystick o gamepad. Talvolta negli articoli per variare il termine si usano tutti, ma la differenza fondamentale è che joypad o gamepad non sono fatti come i joystick.
Il joystick è formato da una levetta con dei pulsanti mentre gamepad o joypad si usano con entrambe le mani. Tutti quanti sono controller, ovvero controllori, cioè periferiche per interagire con il computer o con la console.
Il termine che accomuna joypad e gamepad è PAD, che in informatica è l’acronimo di Packet Assembler Disassembler, ovvero apparecchiatura che invia i pacchetti software al terminale. Più spesso con PAD ci si riferisce anche a quella sorta di tappetino sul quale bisogna strusciare le dita per muovere il cursore sullo schermo. Caso tipico è quello dei computer portatili.
Joy e Game vogliono dire rispettivamente gioia e gioco.
Unendo i termini viene fuori joypad o gamepad, cioè un’apparecchiatura usata per muovere il proprio personaggio e giocare tramite il computer o qualunque altra piattaforma. Nell’ambito del gaming solitamente i gamepad sono quelli che hanno incorporati anche dei joystick analogici.
I più conosciuti sono quelli della PlayStation che sfruttano anche due levette a destra e a sinistra. I joypad comandano tutti i movimenti mediante i pulsanti situati in maniera più o meno diversa sul controller. Talvolta i tasti sono più di 20.
Dal momento che sono imprescindibilmente legati alle console perché ognuna ne ha uno o due di serie, si tende a pensare che i gamepad funzionano solo con queste ultime. In realtà non è vero, si possono usare al computer senza alcun problema mediante collegamento cablato o Wi-Fi.
Vi sono delle differenze tra gamepad per console e per computer? Sostanzialmente no, anzi, c’è perfino la possibilità di collegare il controller della console al computer.
Non è un’operazione difficile e la può fare anche un profano del gaming. Se si guarda bene, un gamepad è molto più comodo rispetto al joystick ed è adatto praticamente a tutti i giochi: perché acquistarlo nuovo se si possiede già quello della PlayStation o della Xbox?
L’operazione si può fare sia con computer Windows che Macintosh ma non solo, funziona anche con le piattaforme on-line tipo Steam e con qualunque altra periferica di gioco Android o iOS. La manovra è semplice, perché basta prendere il gamepad dalla consolle e inserirlo nella porta USB del computer.
Volendo utilizzare la connessione wireless è sufficiente fare l’accoppiamento Bluetooth come con qualsiasi altra periferica. Chi non avesse voglia di fare dei tentativi o non andassero a buon fine, può scaricare un programma gratuito che avvia subito l’accoppiamento.
Accoppiare il controller dell’Xbox con una macchina Windows è immediato, dal momento che entrambe sono Microsoft, ma le combinazioni possibili sono infinite.
Il gamepad della console per funzionare sul computer ha bisogno dei driver scaricabili da Internet gratuitamente. Per usare un qualsiasi gamepad con la piattaforma on-line Steam basta configurarlo andando in Impostazioni, Controller.
I gamepad possono avere diverse forme ma sono tutte sempre e comunque ergonomiche. Significa che devono essere comodi da tenere in mano per diverse ore, in modo da giocare senza stancarsi. I tasti devono essere facilmente raggiungibili da tutte le dita senza spostare troppo le mani preservando tendini e articolazioni.
Non dimentichiamoci che chi gioca di professione o fa i tornei on-line rimane molte ore per non dire nottate intere con un joypad in mano.
La comodità è dunque una parte fondamentale di questo accessorio, ma analizziamo ogni componente di cui è fatto. Solitamente non manca mai la croce direzionale, chiamata anche D-pad. È formata da quattro pulsanti uniti da una croce oppure separati, che permettono di muovere il cursore o il mirino sullo schermo.
La croce direzionale ha origini molto antiche infatti è stata inventata negli anni ’70 da Gunpei Yokoi, uno sviluppatore giapponese che ha fatto la storia di Nintendo. Questo particolare tipo di controllo è stato diffuso dalla casa giapponese ed è diventato molto famoso a partire dal NES. Solitamente si trova sulla sinistra, mentre sulla parte destra ci sono alcuni tasti, generalmente quattro.
Nella parte anteriore e posteriore del joypad vi possono essere altri pulsanti, mentre sopra non mancano dei joystick analogici, almeno in quelli di fascia media e alta. Gli attuali gamepad sono wireless e dotati di giroscopi, force feedback e altre tecnologie ultra moderne che permettono di rilevare il movimento del corpo.
La forma del gamepad è molto importante, infatti è questa che ne determina il successo.
Vi sono stati controller molto strani nell’arco degli anni, ma quelli che hanno resistito e che tuttora sono considerati i migliori sono firmati Microsoft, Sony e Nintendo.
Il DualShock è stato il primo controller analogico della PlayStation, uscito nel 1997 come accessorio secondario per la console. Dalla versione due della PlayStation il DualShock è stato distribuito di serie ed ha riscosso un successo enorme tanto da essere ancora presente negli attuali joypad.
Il primo DualShock è stato chiamato in questo modo perché è stato progettato con due motori elettrici per fare girare due masse e quindi vibrare il controller. Questo consente un maggiore realismo durante il gioco perché l’intensità della vibrazione è diversa a seconda che l’auto sulla quale si sta viaggiando percorra un sentiero dissestato o faccia un incidente.
Il DualShock è stato presentato insieme alla PlayStation 2 e si è evoluto nelle seguenti versioni della piattaforma.
Il DualShock può essere usato anche con Windows grazie a degli adattatori fisici e driver software. Nel 2007 è stato annunciato il DualShock 3 per la PlayStation 3, molto simile al precedente e funzionante anche con un computer grazie al cavo USB incluso. Questo controller si può usare anche wireless tramite Bluetooth.
Infine arriviamo all’ultimo DualShock chiamato in codice Jedal, presentato nel 2013 insieme alla PlayStation 4. I sensori di movimento hanno una eccezionale sensibilità e c’è perfino un touchpad sulla parte superiore per interagire ancora meglio con tutti i tipi di gioco.
Vi è un altoparlante integrato per usare la chat vocale durante i multiplayer e le levette analogiche sono ancora più precise di un tempo. I famosi tasti triangolo quadrato cerchio e croce sono digitali e i pulsanti L2 e R2 sono ricurvi e maggiormente ergonomici.
Oggi i migliori gamepad in commercio sono sia cablati che Wi-Fi. Si possono perciò collegare tramite cavo USB alla console o al computer oppure usare mediante le reti Bluetooth e Wi-Fi. Solitamente hanno batterie ricaricabili ed un LED lampeggiante avverte quando si stanno esaurendo. È questo il momento di collegarli alla presa USB per continuare a giocare prima che la batteria si spenga del tutto.
Tramite USB o altri standard si caricano tramite computer e console, a meno che non si disponga di un caricatore a parte.
Le tipologie di controller sono tante, ma comunque la distinzione tra cablati e senza fili è sempre la stessa. Esistono joypad che funzionano senza fili ma con connessione Wi-Fi piuttosto che Bluetooth. Molto spesso si fa confusione, ma sono due cose nettamente differenti.
Al di là del fatto che è sconsigliabile optare per un gamepad esclusivamente cablato a meno che non si abbiano esigenze particolari e un budget ridottissimo, vediamo le differenze tra quelli senza fili. Cominciamo dalla distanza, che certamente è maggiore tramite connessione Wi-Fi piuttosto che Bluetooth.
Quest’ultima può arrivare ad un massimo di 10 metri e, sebbene sia difficile giocare più lontano, con la rete Wi-Fi il campo è molto più ampio. Anche per quel che riguarda la velocità vince il Wi-Fi, lo stesso dicasi per il numero di dispositivi collegabili.
Riguardo ai gamepad non ci sarebbe da fare quest’ultima differenza, dal momento che di solito le console ne sopportano al massimo quattro.
Per i più tecnologici la larghezza di banda del Wi-Fi è alta mentre quella del Bluetooth è bassa. Riguardo alla sicurezza vince sicuramente Wi-Fi, mentre per quel che concerne il consumo di energia è certamente più economico il Bluetooth.
La manutenzione di tutte le periferiche informatiche è importantissima per farle durare a lungo. Può sembrare strano, ma anche i gamepad hanno bisogno di molte attenzioni per funzionare senza problemi per tanto tempo. Non basta semplicemente usare una salvietta inumidita per togliere le ditate di grasso, ma bisogna andare un po’ più a fondo.
Tanto per cominciare è bene munirsi di una bomboletta di aria compressa da usare ancora prima di passare uno straccio sulla scocca esterna del joypad. Attenzione ad usarla con delicatezza, perché i pulsanti potrebbero schizzare via. Una volta eliminata polvere e residui di ogni genere che si sono annidati negli anfratti più nascosti del controller, passare un panno in microfibra per togliere anche il grasso.
Il detergente deve essere rigorosamente molto delicato e adatto alla plastica.
Naturalmente tenendolo in mano a giornate intere è ovvio che il gamepad si sporchi facilmente, quindi facendo quest’operazione con una certa frequenza ci si metterà un attimo. Adesso arriva il difficile, perché i controller si sporcano anche all’interno.
A volte ci se ne accorge solamente perché uno stick non fa il suo dovere come si deve oppure un pulsante risponde con un certo ritardo. Questo succede perché tutto ciò che è all’esterno penetra anche dentro. Inutile andare dall’assistenza tecnica quando il problema è semplicemente della polvere o dell’unto che si sono accumulati nei contatti elettrici.
Ogni controller è formato da due scocche unite tramite viti. Si demanda ad altri tutorial per sapere esattamente come fare a smontarli, sebbene sia sufficiente svitare le viti e separare le due metà. A questo punto con un pennellino setacciare tutti i punti raggiungibili e passare aria compressa con una certa forza.
Evitare assolutamente di usare il cotone o la carta ma solo ed esclusivamente un panno in microfibra. Il cotone, la carta e altri panni usa e getta lasciano dei residui che farebbero più danni che altro.
Esistono prodotti lubrificanti per pulire i contatti elettrici, se si è capaci ad usarli non è male dare una passata su tutte le schede elettroniche. Se i joystick sono diventati troppo duri pulirli bene e lubrificarli con i solventi adatti.
- Sensore di movimento: sistema per giocare muovendo il corpo. Il più noti sono il Wii Remote, il Kinect e il PlayStation Move.
- Paddle: controller analogico che combina una manopola rotonda a uno o più pulsanti di fuoco. Tra i primi inventati c’è quello dell’Atari 2600.
- Gamepad o joystick arcade: controller per giochi arcade, ovvero quelli tipici delle sale giochi dei quali riproduce la forma, con una levetta e i pulsanti per sparare o muoversi.
- Trackball: controller a forma di sfera comodo per molte attività ma non per giocare. A volte è presente in alcuni gamepad.
- Layout: disposizione e numero dei tasti presenti sul gamepad.
- Add-on: software creato per migliorare o espandere un gioco, chiamato spesso espansione. Un altro uso è quello hardware per indicare periferiche aggiuntive alle console.
- USB pass-through: porte USB integrate nella tastiera e nei gamepad per collegarci altri dispositivi.
- Indie game: gioco autofinanziato e sviluppato da un team indipendente.
- RTS (Real Time Strategy): gioco di strategia in tempo reale nel quale si gioca spesso in gruppo.
- Racing: gioco di corse dove bisogna guidare un’auto o un altro tipo di mezzo.
- GDR o RPG (Gioco di Ruolo): gioco in cui si deve far crescere il proprio personaggio mediante il superamento di combattimenti a turni.
- Beat’em Up: gioco 2D a scorrimento orizzontale dove bisogna combattere con gli avversari che si incontrano.
- First person shooter (FPS): gioco sparatutto in prima persona, in cui si vede la mano del personaggio che impugna l’arma.
- MMORPG (Massive multiplayer Online RPG): gioco di ruolo on-line, in cui più giocatori lottano insieme.
- Picchiaduro: gioco basato sui combattimenti singoli nel quale bisogna usare mosse e tecniche creandole con combinazioni di tasti.
Talvolta si vedono su internet dei gamepad molto particolari dalle forme fantasiose e strane. Si tratta dei joypad fai da te, ovvero quelli per giocare con titoli che necessitano di controller diversi dagli altri. Esistono nicchie di mercato formate dai collezionisti e dagli amanti dei giochi vintage che amano costruirsi da soli i controller simili a quelli degli anni ’80.
Alcuni addirittura si spingono sino a ricreare i cabinati che c’erano una volta nelle sale giochi, ma altri si accontentano di questi gamepad inusuali da collegare alla televisione. Spesso si tratta di vere e proprie console che contengono diversi giochi di quei tempi sullo stile di Pac-Man o Super Mario Bros.
Costruirsi da soli un gamepad dà una certa soddisfazione ma non è un’operazione alla portata di chiunque.
In rete ci sono tantissimi tutorial, pertanto in questa sede tratteremo solamente le indicazioni fondamentali per potersi orientare in questo mondo così originale. Se anche tu sei un amante dei giochi vintage, magari perché hai superato una certa età e li hai vissuti in prima persona nelle sale giochi, questo paragrafo è tutto per te.
Attenzione, perché anche i giovani si sono appassionati ai giochi retro ed esistono vere e proprie competizioni a livello mondiale che includono esclusivamente questo sottogenere. I gamepad fai da te esistono di tanti tipi. Già pronti da collegare alla televisione oppure al computer, ma anche vere e proprie console con centinaia di titoli inclusi da usare in movimento perché sono alimentate a batteria, oppure collegate allo schermo televisivo.
Ma vediamo come fare a costruirsi un gamepad, perché si possono trovare in commercio dei veri e propri kit per il fai da te, comprensivi di schede elettroniche, pulsanti e quant’altro. Seguendo le istruzioni muniti di cacciavite e saldatore avremo un gamepad anni ’80. Ovviamente si tratta delle basi, perché ognuno ama personalizzare il proprio controller in tutti i modi possibili immaginabili.
Non mancano certamente gli adesivi, piuttosto che gli stencil o le decorazioni fatte personalmente a mano. I gamepad vintage non sono articoli particolarmente economici, ma i collezionisti non badano a spese.
Il mondo dei gamepad da collezione è molto variegato come si può ben immaginare. Un vero amatore farebbe carte false per una console originale mai usata ancora inscatolata degli anni ’70. Hanno un valore incalcolabile perfino i semplici controller, soprattutto se perfettamente funzionanti e originali.
Si vendono anche quelli guasti e costano un sacco di soldi, sebbene si stenti a crederlo.
I maniaci dei videogiochi retro sono capaci di aggiustarli oppure li tengono così come sono: per loro hanno valore semplicemente perché hanno un numero di anni o sono molto rari. Se non sei un collezionista capirai con difficoltà queste cose, ma se lo sei probabilmente per un gamepad originale di trent’anni fa saresti disposto a spendere qualunque cifra.
Naturalmente esistono anche le riproduzioni moderne e tante persone si accontentano di quelle. Un po’ come si parlava nella FAQ precedente dei controller anni ’80: chi li vuole originali, chi se li vuole costruire artigianalmente e chi invece preferisce il kit già pronto semplicemente da montare.
I gusti sono gusti, ma è bene sapere che i joypad datati hanno un grande valore. Se ne possiedi uno non buttarlo via assolutamente!
Magari riponilo in una scatola in garage perché il suo valore aumenterà con il tempo. Prova a fare una ricerca su Internet e scoprirai che i cacciatori di gamepad da collezione sono tantissimi. Ci sono siti, forum e gruppi Facebook dedicati all’argomento. Non mancano le mostre, che generalmente sono inserite in quelle degli oggetti da gaming e da antiquariato.