Nel corso degli anni sono susseguite molteplici tipologie di gamepad. In tutte però sono presenti alcuni componenti comuni. Come sono fatti i più conosciuti controller di gioco.
Come sono fatti i gamepad
I gamepad sono dispositivi per giocare da tenere con due mani e usare più o meno con tutte le dita. Non vanno appoggiati su un piano come i joystick e taluni hanno sensori di movimento al loro interno per modificare la posizione sullo schermo inclinandoli.
Nel corso degli anni sono stati inventati gamepad di tutte le forme ed ogni produttore ha varato nuovi design per distinguersi dagli altri. Molti hanno la vibrazione per rendere più realistica l’esperienza di gioco, solitamente alimentata da due motori.
Il primo motore restituisce un feedback leggero ed è utile, ad esempio, mentre si guida per avere maggiormente la sensazione delle asperità dell’asfalto. Un altro motore è più grosso e rende bene la sensazione durante gli scontri o quando si viene colpiti dagli avversari.
Oltre ai motori interni per la vibrazione, oggi i joystick hanno una croce direzionale formata da quattro pulsanti
Vanno premuti per andare rispettivamente a nord, sud, est o ovest. Un numero di tasti variabile si trova su tutta la scocca del gamepad, inoltre vi sono una o più levette analogiche che, se schiacciate, funzionano come pulsanti.
Storia dei gamepad
Cerchiamo di fare la storia degli ultimi anni per capire come si è arrivati alla perfezione attuale degli ultimi modelli di gamepad. I primi avevano già una croce direzionale rudimentale e venivano usati nelle console da collegare alla televisione durante gli anni ’80.
Ancora prima si usavano joystick minimali formati da una levetta con uno o due pulsanti, ma in seguito sono entrati nell’uso comune i gamepad. Il primo prototipo risale agli anni ’80 ed è stato ripreso più volte da altri produttori.
Oltre alla prima croce direzionale, i sistemi di controllo principali erano posizionati su una superficie rettangolare ed erano essenziali. Ce n’erano un paio per il movimento e altrettanti per sparare o saltare.
In seguito i gamepad sono diventati più tondeggianti per non dare fastidio alle mani.
Hanno assunto una forma caratteristica ad osso di cane, con le estremità stondate e il centro rettangolare. Alcuni controller più evoluti avevano un microfono e i tasti in gomma. La soluzione dei tasti in gomma non ha avuto molto successo perché si rompevano facilmente, quindi sono stati ben presto sostituiti dalla plastica.
Nei joystick si trovano ancora oggi i pulsanti a sinistra per poter manovrare lo stick con la mano destra, dato che la maggior parte delle persone sono destrorse. Per mettere in pausa o far partire i giochi, nei gamepad c’era e c’è sempre un pulsante dedicato chiamato per l’appunto Start.
Gamepad moderni
Durante la seconda metà degli anni ’80 hanno fatto la loro comparsa i primi gamepad digitali, con due pulsanti di azione e una levetta analogica. Finalmente arriviamo ai primi gamepad della storia con una forma simile agli attuali.
Siamo negli anni ’90 e i dispositivi di quei tempi sono molto simili a quelli di oggi. Avevano un d-pad con una croce direzionale ad otto movimenti, tre pulsanti di azione e un pulsante di avvio. Alcuni avevano addirittura 6-8 pulsanti di azione disposti su due file ed erano in grado di funzionare con molteplici tipi di giochi.
Per usare giochi più vecchi c’era un tasto apposta da premere, in modo da rendere il gamepad compatibile con titoli precedenti. La quarta generazione di joypad ha portato diversi cambiamenti nel mondo della progettazione dei controller.
L’aspetto e le impostazioni sono molto diverse tra loro, ma tra tutti domina ancora la forma tradizionale ergonomica.
Alcuni gamepad strani si sono susseguiti durante tutti gli anni ’90 ma hanno avuto vita breve. In questo periodo sono state inventate anche numerose console e le prime con CD-ROM piuttosto che cartucce.
I controller avevano forma molto semplice con quattro pulsanti di azione e un d-pad di movimento. È di questi tempi l’invenzione della PlayStation, il cui controller ha fatto la storia al punto da rimanere sempre uguale a sé stesso fino ai giorni nostri.
Controller da collezione
I collezionisti di gamepad apprezzano soprattutto quelli originali dell’epoca, in particolare i più strani come l’enorme controller del Virtual Boy. Nonostante sia stato un flop commerciale, la forma è sicuramente inusuale e diversa da tutti gli altri.
All’origine di questo strano gamepad gli sviluppatori hanno pensato a qualcosa di idoneo per le ambientazioni 3D. L’idea era di controllare l’inclinazione e la rotazione muovendo il gamepad, tuttavia questo controller è rimasto in commercio per meno di un anno.
Abbiamo accennato alla PlayStation, una console che ha segnato un’epoca anche per la forma originale del suo gamepad. Grazie a un d-pad contrassegnato dai famosi simboli triangolo verde, X blu, cerchio rosso e quadrato rosa, è diventato una vera e propria icona nel mondo dei videogiochi.
Oltre a ciò, il gamepad della PlayStation 4 ha dei pulsanti frontali e i pulsanti Start e Select.
Questo gamepad è nato grazie ad un accordo tra Sony e Nintendo, infatti la forma ricorda vagamente quello del Super Nintendo. Nel 1996 Sony ha presentato il nuovo gamepad con qualche piccola differenza rispetto al primo uscito.
Le impugnature sono più lunghe e i pulsanti frontali più grandi, ma soprattutto sono spuntati due nuovi joystick analogici separati da un tasto per accendere o spegnere la vibrazione.
Ieri e oggi
Nel 1998 è nato il famoso DualShock che ancora oggi è implementato nei moderni gamepad della PS4. Nel corso degli anni è stato migliorato, tuttavia il design del controller è rimasto simile al primo modello, anzi, per meglio dire al secondo, con i due stick analogici in più.
Il gamepad del Nintendo 64 era enorme e scomodo, però pensato per essere rivoluzionario. Chiamato in gergo tricorno per via della sua forma strana con tre grosse protuberanze per tenerlo in mano, aveva controlli analogici e digitali.
Una novità è stata la porta di espansione nella parte inferiore dove poter collegare periferiche addizionali e schede per salvare i giochi.
Prima di arrivare ad oggi si sono susseguiti tanti gamepad di diverse forme e dimensioni, tuttavia i migliori rimangono quelli firmati Sony e Microsoft, dai quali tutte le altre aziende concorrenti hanno sempre preso spunto.